Oneg Shabbat

L'Oneg Shabbat (עונג שבת) termine in ebraico israeliano moderno (o Oyneg Shabbos in aschenazita o ashkenazita)[1], è il nome in codice di un archivio segreto creato nel 1940 nel ghetto di Varsavia da un gruppo di più di sessanta (60) persone che comprendeva storici, scrittori, giornalisti, rabbini e assistenti sociali guidati dallo storico ebreo Emanuel Ringelblum, per cui l'archivio è conosciuto anche come "archivio Ringelblum"[2]. La considerevole collezione di documenti e testimonianze raccolte nel ghetto durante tutto il periodo della seconda guerra mondiale da decine di volontari di tutte le età, includevano saggi, diari, lettere, monografie, giornali, disegni, poster murali e altri materiali e riguardavano non solo la cronaca dettagliata delle disumane condizioni di vita nel ghetto e la lotta per la sopravvivenza degli ebrei durante l'occupazione nazista[3], ma anche l'individuazione dell'imminente loro sterminio, prima nel 1941 con le notizie di stragi e massacri «nei territori orientali occupati dall'Unione Sovietica» come il massacro di Ponary, e quindi notizie e testimonianze sullo sterminio sistematico degli ebrei in atto nei campi di sterminio di Chełmno, Bełżec, Sobibór e Treblinka[4][5]. La ricerca, fu considerata della massima segretezza, infatti tutti gli altri abitanti del ghetto non conoscevano l'esistenza del lavoro condotto dal gruppo appartenente all' Oneg Shabbat[6]. I lavori di raccolta iniziarono nel settembre 1939 e terminarono nel gennaio 1943. La parte fino a oggi recuperata dell'archivio consta di circa 6.000 documenti (per un totale di circa 35.000 pagine),[7] è conservata a Varsavia presso il Jewish Historical Institute.[8]. Nel 1999, gli archivi Ringelblum sono stati inseriti nel Registro della Memoria del Mondo dell'UNESCO.[9][10][11]

  1. ^ Oyneg Shabbos, su military-history.fandom.com. URL consultato il 31 dicembre 2022.
  2. ^ Samuel D. Kassow, Chi scriverà la nostra storia? - L'archivio ritrovato del ghetto di Varsavia, seconda pagina di copertina, Milano, Mondadori, 2009, ISBN 978-88-0458-738-5.
  3. ^ The Oneg Shabbat Archives - "Let the world read and know", su yadvashem.org. URL consultato il 25 dicembre 2022.
  4. ^ The Oneg Shabbat Archive, su encyclopedia.ushmm.org. URL consultato il 25 dicembre 2022.
  5. ^ Samuel D. Kassow, Chi scriverà la nostra storia? - L'archivio ritrovato del ghetto di Varsavia, pp. 315-365, Milano, Mondadori, 2009, ISBN 978-88-0458-738-5.
  6. ^ Archivio Ringelblum, su jhi.pl. URL consultato il 26 dicembre 2022.
  7. ^ Robert Moses Shapiro e Tadeusz Epsztein (a cura di), The Warsaw Ghetto Oyneg Shabes—Ringelblum Archive. Catalog and Guide, Introduction by Samuel D. Kassow, Indiana University Press in association with USHMMM and the Jewish Historical Institute, 2009, ISBN 978-0-253-35327-6. Ospitato su Academic Publications of the United States Holocaust Memorial Museum.
  8. ^ Emanuel Ringelblum: The Creator of “Oneg Shabbat” Holocaust Research Project
  9. ^ Warsaw Ghetto Archives (Emanuel Ringelblum Archives), su Memory of the World, United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  10. ^ Oneg Shabbat, su jhi.pl. URL consultato il 25 dicembre 2022.
  11. ^ Cos’era l’Archivio Ringelblum e come fu ritrovato nascosto nei bidoni del latte dopo la guerra?, su aboutholocaust.org. URL consultato il 28 dicembre 2022.

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